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Il castello di ghiaccio – Tarjei Vesaas – Recensione

Il castello di ghiaccio è un libro scritto da Tarjei Vesaas e pubblicato in Italia da Iperborea a febbraio di quest’anno, 2022. Questo romanzo è il primo che leggo della collaborazione con Iperborea, di cui sono super contenta.

Dato che la casa editrice pubblica libri di autori poco famosi in Italia, e in generale in Europa del sud, dedicherò anche uno spazio alla vita dell’autore di questo libro.

“Ai lati c’era il bosco, nel suo silenzio mortale, con tutto ciò che poteva vivervi e gelarvi dentro in quel momento.”

Una piccola nota sull’autore Tarjei Vesaas

Tarjei Vesaas è ampiamente considerato uno dei più grandi scrittori norvegesi del ventesimo secolo e forse il più importante dalla Seconda guerra mondiale.

Vesaas è nato a Vinje, Telemark, Norvegia, che è anche il paese dove è ambientato il romanzo che ho letto, Il castello di ghiaccio.

I genitori erano un agricoltore e un insegnante e avevano altri due figli, nati dopo Tarjei. Era tormentato dal senso di colpa per il suo rifiuto di rilevare la fattoria di famiglia, e questo senso di colpa permea gran parte della sua scrittura. Trascorse gran parte della sua giovinezza in solitudine, cercando conforto nella natura. Anche la distruzione a cui ha assistito dopo la Prima guerra mondiale ha avuto un profondo impatto su di lui. Sposò la scrittrice Halldis Moren Vesaas e da lei ebbe due figli: Olav e Guri.

La sua attività letteraria copre quasi 50 anni, dal 1923 al 1970. Il suo lavoro è caratterizzato da una prosa semplice, concisa e simbolica. Le sue storie sono spesso di semplici contadini che subiscono un grave dramma psicologico e che secondo i critici sono descritti con immensa perspicacia psicologica. Tratta di temi come la morte, il senso di colpa, l’angoscia e altre emozioni umane profonde e intrattabili e il paesaggio naturale norvegese è una caratteristica prevalente nelle sue opere, nelle quali assume un forte valore simbolico.

Il suo debutto fu nel 1923 con Children of Humans (Menneskebonn), ma ebbe la sua svolta nel 1934 con The Great Cycle (Det store spelet). 

Autore prolifico, ha vinto numerosi premi, tra cui il Gyldendal’s Endowment nel 1943 e il Premio Dobloug nel 1957. Nel 1963 è stato insignito del Nordic Council’s Literature Prize per il suo romanzo The Ice Palace e il Venice Prize nel 1953 per The Winds. È candidato per il Premio Nobel per la letteratura in tre diverse occasioni.

Di cosa parla: Il castello di ghiaccio

L’inverno in Norvegia: il freddo, il buio, la solitudine, ma anche laghi che diventano lucidi specchi d’acciaio, alberi che si trasformano in ricami di brina, monti e valli che si confondono in un luminoso biancore.

Un sortilegio sembra immobilizzare ogni cosa, come la cascata vicina al villaggio che il gelo ha trasformato in un castello di ghiaccio, una straordinaria costruzione di cupole, guglie, anfratti e saloni, che pare attirare tutti a sé con una forza arcana, come i castelli incantati delle fiabe. E anche questa è la storia di un’inspiegabile scomparsa, di una vana ricerca e di un mistero insoluto.

Ma è soprattutto la storia di un’amicizia e lo scavo nel cuore di due adolescenti: la vivace Siss, trascinante ed entusiasta studentessa tra i giovani della piccola comunità, e la bella Unn, nuova arrivata, schiva e solitaria, che ha il fascino enigmatico di chi nasconde un segreto. È un lento avvicinamento, il loro, che mette a nudo quell’identità complessa e indefinita tra l’infanzia e l’età adulta, quando tutto è portato agli estremi e mira all’assoluto, in un fragile equilibrio che basta poco a spezzare in dramma.

I bambini, gli adolescenti, i marginali che Vesaas sceglie come suoi protagonisti sono forse troppo sensibili per adattarsi al mondo, ma hanno il dono di vedere l’essenziale, di ascoltare le voci dell’acqua e del vento, di lasciarsi incantare dalla bellezza della natura fino a varcare il confine tra la vita e la morte per perdersi nel suo grande abbraccio.

“Senza pensarci si era messa a correre, e così il guaio era fatto. Si era consegnata a quell’ignoto che è sempre in agguato in sere del genere. Quell’ignoto che è ovunque.”

Un quadro generale sul libro

La trama del libro non è complessa, la storia si sviluppa su una fabula lineare e concisa, la scrittura è scorrevole e precisa. Questo libro è stato scritto nel 1963. La protagonista si annulla completamente dopo la perdita dell’amica, risucchiata dalla natura, dal freddo, dal ghiaccio e dalla fantasia. L’ambientazione è il paese natio dello scrittore, un posto isolato e poco popoloso, dove le vicende diventano ancora più suggestive. Unn non è socievole, non lega con nessuno, eppure è benvoluta, non sono certo i compagni cattivi ad escluderla.

“Di colpo tutti lo videro. Di colpo Siss lo vide. Nessuno degli uomini aveva avuto tempo di fare un fio fino alla scasata di cui tanto si parlava quell’autunno. E poi era solo di recente che il castello di ghiaccio aveva raggiunto quell’imponenza.”

Seppur in una veste meno colorita, il patto tra Siss e Unn è quello che impedisce alla prima di confessare la direzione dell’amica quando iniziano le ricerche per ritrovarla e rappresenta l’inizio della sua frustrazione, stremata dalle domande degli adulti che, esasperati dalle ricerche e dal freddo, non sanno più dove cercare la bambina e cercano spiegazioni dall’ultima persona che ha avuto contatti con lei.

Il castello di ghiaccio: conclusioni

Il castello di ghiaccio di Tarjei Vesaas non è diventato il mio libro preferito né mi ha cambiato la vita, però è un libro che nasconde tra le righe una intensa profondità, un sentiero di domande e di idee che, soprattutto se pensiamo che è una favola, possono farci riflettere molto. Ecco perché lo consiglio a chi ha voglia di leggere un racconto inusuale, addentrandosi nella scrittura diversa e misteriosa degli autori norvegesi.

Se ti ho incuriosito abbastanza, acquista subito questo libro!

Te la sei persa? Leggi la mia ultima recensione di “Circe” di Madeline Miller.

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Chi Sono

Claudia Neri

Ho 25 anni e amo scrivere, viaggiare, mangiare e fare capoeira. Ho studiato lingue e mi occupo di comunicazione digitale ed editing letterario. Mi piace esplorare il mondo e le persone, scoprire nuovi punti di vista e amare sempre. Questo blog è il mio passaporto per l’eternità.”

“Abbi un cuore insaziabile, affamato di vita, senza paura del dolore”

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