Impeto di altrove,
di rinunciare a questa penna,
a questo foglio, la scrivania, il ventilatore.
Slancio convulso verso altre idee
che qui non respirano
Oltrepassare i contorni spenti di questi angoli e queste linee
e fuggire dove il silenzio è musica
Chi sono oggi?
Non lo so, ma non chi ero ieri.
Un ruggito mi spinge da un lato
La stanchezza mi culla dall’altro
Ma cos’è morire?
Per me, oggi, è restare qui.
Nell’insoluto, nell’indiscutibile.
Qui che non sono vicina a nessuno
ma distante neppure.
Chi vedo?
Una sconosciuta.
E come tale, non so agire.
Personae, dal greco maschera
ti prego scegli chi interpretare oggi
in questa gabbia dorata.
Claudia Neri
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