Io amo la poesia e questo ormai lo sapete. Scrivo costantemente poesie e qualcuna la pubblico pure (Spoiler: prossimo libro in uscita questo dicembre!, intanto puoi leggerle qui), ed è per questo che voglio condividere con voi quelli che secondo me sono i volumi poetici imperdibili per gli appassionati.
Ma partiamo dall’inizio. Per me, leggere poesie significa lasciarmi andare alle parole, sentirmi leggera, farmi trasportare da significati liberi e aperti, senza confini di sorta. Non devo ricordare, non devo dedurre, devo soltanto aspettare che le immagini e le sensazioni prendano forma dentro di me e spesso, quando leggo la stessa poesia in due momenti diversi, questa mi catapulta in due mondi opposti, seppur legati dalle stesse sillabe.
Poesia è sinonimo di libertà di espressione e forse è per questo che a volte sembra più difficile dare un senso ai versi che a una storia che ha un inizio, uno sviluppo e una fine logici.
In questo articolo ho deciso di raccogliere 10 volumi che possono darvi un’idea della poesia da diverse prospettive. Anche se ogni poeta è unico, la cultura nazionale e la storia influenzano molto i temi e la poetica degli autori. Ed è per questo che ho scelto poeti da diversi luoghi (mi perdonino i continenti che non ho toccato).
In questa selezione spero troverete il prossimo libro da mettere nel carrello (o da regalare!).
Chiedo già scusa ai lettori appassionati che non troveranno il proprio poeta preferito, vi assicuro che è stato difficilissimo.
1. I fiori del male – Charles Baudelaire
E come facevo a non mettere al primo posto l’autore della mia poesia preferita? Eccolo, il padre di tutti i poeti francesi più amati dal pubblico: sua maestà Baudelaire. Mi riservo ad altro momento e altro luogo per parlare della sua vita, qui mi limiterò a parlare de I Fiori del male.
Il titolo dell’opera, “I fiori del male“, è fortemente emblematico: da quest’ultimo, infatti, è possibile comprendere l’orientamento dello stile poetico dell’autore, nonché la tendenza che lo spinse a comporre l’intera opera, ovvero il fare poesia su argomenti cupi, scabrosi, talvolta immorali. Non a caso, la traduzione letterale del titolo (“Les Fleurs du mal”) dalla lingua francese a quella italiana è “I fiori dal male”, vista la volontà dell’autore di avvalersi della poesia per “estrarre la bellezza dal male“. Non è bellissimo già questo?
“Vieni dal cielo profondo o esci dall'abisso, Bellezza? Il tuo sguardo, divino e infernale, dispensa alla rinfusa il sollievo e il crimine, ed in questo puoi essere paragonata al vino.”
2. Il porto sepolto – Giuseppe Ungaretti
Giuseppe Ungaretti è il mio poeta preferito. Mi ha accompagnato durante l’adolescenza e la sua poesia mi ha riempito di tenerezza e di un senso di comprensione. Leggendo le sue parole ermetiche mi sentivo capita. E qual è la cosa più difficile per un adolescente se non sentirsi compreso?
Il poema è stato scritto durante le battaglie sul Carso, a cui Ungaretti prese parte, ed era un taccuino che Ungaretti portava sempre addosso. I componimenti sono presentati alla stregua di un “Diario” del fronte, redatto dall’autore a partire dal Natale 1915, fino all’ottobre 1916: ogni poesia, quasi tutte di argomento bellico, è accompagnata dall’indicazione di un luogo e una data. Questo primo nucleo poetico fu poi raccolto dall’amico Ettore Serra, un giovane ufficiale, e infine stampato, in 80 copie, presso una tipografia di Udine nel 1916, con il titolo Il porto sepolto.
«Nella mia poesia non c’è traccia d’odio per il nemico, né per nessuno: c’è la presa di coscienza della condizione umana, della fraternità degli uomini nella sofferenza, dell’estrema precarietà della loro condizione»
Questo poema è per me una rappresentazione perfetta della guerra, ridotta all’osso della sua inutilità e sofferenza sprecata. Da questi versi si evince anche l’elevato rango morale dell’autore, la cui anima buona e onesta non sopporta tanta sofferenza.
3. Canto general – Pablo Neruda
Pablo Neruda, per i napoletani, è il poeta di Massimo Troisi. A chi ha visto “Il postino” queste parole faranno sorridere, e anche un po’ commuovere. Ho scelto uno dei suoi componimenti più famosi, con alcune delle sue poesie indimenticabili. Però non posso non dirlo: quanto sono belle le poesie d’amore di Neruda?
Canto General è la decima raccolta poetica di Pablo Neruda, pubblicata per la prima volta in Messico, nei Talleres Gráficos de la Nación, nel 1950, ma iniziata a partire dal 1938. L’edizione originale includeva illustrazioni dei muralisti messicani Diego Rivera e David Alfaro Siqueiros.
Il Canto General consta di quindici sezioni, 231 poesie e più di quindicimila versi. Opera tremendamente ambiziosa, vuole essere una cronaca enciclopedica di tutta l’America Latina. Molti critici l’hanno descritto come un testo di poesia epica, poiché il canto è diretto alla natura e all’intera storia del continente americano.
“Prima della parrucca, e della giubba furono i fiumi, i fiumi arteriali: furono le cordigliere, sulle cui onde consunte il condor o la neve immobili sembravano: fu la densità e l'umidore, il tuono ancora, senza nome, le pampas planetarie.”
4. Libro de poemas – Federico García Llorca
La poesia di Federico Garcìa Llorca – amico intimo del pittore Salvador Dalì, tra gli altri, e assassinato dal regime franchista – è una poesia con due facce.
Da un lato c’è la natura benedetta, una Poesia di aranci, ulivi e uccelli, corsi d’acqua immacolati, sole splendente. Dall’altro lato ci sono il pianto e il sangue, il buio che imprigiona, la sofferenza e la morte, la paura della vita. Tutto è accomunato da un’energia arcana, una nota malinconica e oscura, come un presagio, che insinua il dubbio della morte e della perdizione anche nella fanciulla più vergine e casta.
Nel Libro de poemas, composto dal 1918 al 1920, Lorca celebra il suo grande amore per il canto e la vita. Dialoga con il paesaggio e con gli animali con tono modernista facendo affiorare le sue inquietudini sotto forma di nostalgia, di abbandoni, di angosce e di protesta ponendosi domande di natura esistenziale:
Che cosa racchiudo in me in questi momenti di tristezza? Ahi, chi taglia i miei boschi dorati e fioriti! Che cosa leggo nello specchio d'argento commosso che l'aurora mi offre sull'acqua del fiume?
In questi versi sembra di sentire il sottofondo “arcano” che, come una falce taglia e distrugge, forse specchio delle inquietudini adolescenziali del poeta.
5. Superba è la notte – Alda Merini
Superba è la notte è una raccolta di poesie della scrittrice italiana Alda Merini pubblicata nel 2000 dall’editore Einaudi.
Questo volume che è il risultato di un lavoro minuzioso compiuto su numerose poesie inviate all’editore Einaudi e a Ambrogio Borsani. I versi che compongono la raccolta sono stati scritti nel periodo che va dal 1996 al 1999. Non essendo stato possibile dare al materiale un ordine cronologico i curatori si sono basati sull’omogeneità tematica e stilistica complessiva dell’opera.
Settanta sono le poesie riportate nella raccolta dedicata “al giovane poeta Roberto Dossi e alle mie adorate figliole Manuela, Flavia, Barbara e Simona”.
Leggendo le poesie ci si trova immersi e travolti da fortissimi contrasti dove, come scrive Borsani “L’estate può esplodere all’improvviso in mezzo alle bacche gelate dell’inverno. Inni e maledizioni crescono da semi primordiali sepolti in un terreno fertilizzato dal dolore. Il linguaggio fiorisce con esplosioni violente o con un sospiro”.
“La cosa più superba è la notte quando cadono gli ultimi spaventi e l'anima si getta all'avventura.”
6. Elegio dei sogni – Wislawa Szymborska
«Nulla è cambiato. Il corpo trema, come tremava prima e dopo la fondazione di Roma, nel ventesimo secolo prima e dopo Cristo, le torture c'erano, e ci sono, solo la terra è più piccola e qualunque cosa accada, è come dietro la porta»
Premiata con il Nobel per la letteratura nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni e una delle poetesse più amate dal pubblico di tutto il mondo. Diceva “Sono, ma non devo esserlo, una figlia del secolo”, eppure – o forse proprio per questo – la sua vita è piena di storia.
Negli anni ‘40 la pubblicazione di un suo primo volume venne rifiutata per motivi ideologici: il libro non superò la censura in quanto «non possedeva i requisiti socialisti». Ciò nonostante, come molti altri intellettuali della Polonia post-bellica, nella prima fase della sua carriera Szymborska rimase fedele all’ideologia ufficiale della PRL: sottoscrisse petizioni politiche ed elogiò Stalin, Lenin e il realismo socialista. Anche dal punto di vista “poetico” Szymborska cercò di adattarsi al realismo socialista: il primo volume di poesie del 1952 contiene infatti testi dedicati a Lenin e al partito. Aderì anche al Partito Operaio Unificato Polacco (PZPR), del quale fu membro fino al 1960.
Tuttavia, in seguito la poetessa prese nettamente le distanze da questo «peccato di gioventù», come da lei stesso definito, al quale è da ascrivere anche la seguente raccolta Pytania zadawane sobie (Domande poste a me stessa) del 1954. Anche se non si distaccò dal partito fino al 1960, cominciò ben prima a instaurare contatti con dissidenti. Successivamente Szymborska ha preso le distanze dai suoi primi due volumi di poesie.
7. Poesie scelte – Konstantinos Kavafis
Konstantinos Petrou Kavafis è stato un poeta e giornalista greco. Kavafis era uno scettico che fu accusato di attaccare i tradizionali valori della cristianità, del patriottismo e dell’eterosessualità, anche se non sempre si trovò a suo agio nel ruolo di anticonformista.
Pubblicò 154 poesie, spesso ispirate all’antichità ellenistica, romana e bizantina, ma molte altre sono rimaste incomplete o allo stato di bozza. Scrisse le sue poesie più importanti dopo i quarant’anni.
Fu grande studioso della cultura greca e di quella romana e in molti suoi componimenti ritroviamo il mito e la storia, trattati con un’eleganza ellenica tutta da esplorare.
Splende nelle sue opere, con fiera e abbandonata vividezza, l’eroismo di un poeta che vince, nell’avventura di un eros difficile e segreto, i demoni del veto interno e esterno e sa estrarre dal fango dell’abiezione la perla minacciata della bellezza.
«Se per Itaca volgi il tuo viaggio, fa voti che ti sia lunga la via, e colma di vicende e conoscenze. Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi o Posidone incollerito: mai troverai tali mostri sulla via, se resta il tuo pensiero alto, e squisita è l'emozione che ti tocca il cuore e il corpo. Né Lestrigoni o Ciclopi né Posidone asprigno incontrerai, se non li rechi dentro, nel tuo cuore, se non li drizza il cuore innanzi a te.»
8. Poesie, poemi, prose e tragedie – Percy Bysshe Shelley
È famoso per aver scritto opere da antologia quali Ozymandias, l’Ode al vento occidentale (Ode to the West Wind), A un’allodola (To a Skylark) e La maschera dell’anarchia (The Masque of Anarchy), ma quelli che vengono considerati i suoi capolavori furono i poemi narrativi visionari come il Prometeo liberato (Prometheus Unbound) e l’Adone (Adonais). La vita anticonformista e l’idealismo assoluto di Shelley ne fecero una figura controversa e oggetto di denigrazione per tutta la sua vita. Divenne però l’idolo delle due-tre generazioni successive di poeti. Anche qui ritroviamo molta storia e mitologia, molta grecia e molta Italia. E sicuramente questa è una delle cose che io amo di più.
Di Shelley vi consiglio di cercare l’opera più completa possibile, perché i suoi componimenti sono veri e propri viaggi, durante i quali l’anima si riempie di meraviglia. La vita stessa dell’autore è stata un poema, ed egli non ha mancato di vivere la poesia quotidianamente.
Quando leggo Shelley la sensazione che si impadronisce di me è la libertà. Visionario e spesso incompreso, inutile dire che la sua vita privata è ancora più straordinaria della poesia. Se non la conoscete vi consiglio di dare uno sguardo alla Wiki, e anche Frankenstein vi sembrerà più vicino.
«E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro, tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento, se viene l'Inverno, potrà la Primavera essere lontana?»
9. Il flauto di vertebre – Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Il flauto di vertebre è un poema scritto da Vladimir Majakovskij nel tardo 1915 che tratta i temi dell’amore appassionato nei confronti di una donna, Lilja, la crudeltà vendicativa di Dio, la morte e il suicidio.
Majakovskij iniziò a comporre questo poema nell’autunno del 1915 e ne completò la stesura nel mese di novembre col titolo originale Versi a lei. Personalmente preferisco la poesia di questo autore nella sua fase pre-rivoluzionaria, ma ammetto anche di non aver letto moltissimo del secondo periodo.
Il poema apparve per la prima volta sull’almanacco dei futuristi Ha preso (Взял): questa versione presentava numerosi tagli, per via della censura, e conteneva la dedica a Lilja Brik. Nel febbraio dell’anno successivo, il poema venne pubblicato in edizione separata, ma i tagli della prima versione rimasero.
I versi rimossi dalla censura vennero reintrodotti soltanto in un’edizione successiva: in questa versione integrale compare per la prima volta il titolo Il flauto di vertebre. Come La nuvola in calzoni, scritta qualche mese prima, anche Il flauto di vertebre fece indignare la maggior parte dei critici russi contemporanei, alcuni dei quali si riferivano all’autore come un ciarlatano senza talento, capace di sputare “parole vuote di un malato di malaria”, altri come un uomo psicologicamente instabile “da ricoverare immediatamente”.
“A voi tutte, che piacete o siete piaciute, icone serbate dall’anima dentro i suoi antri, in un brindisi alla vostra salute, alzo il cranio traboccante di canti. Mi chiedo ancora ed ancora se non sia meglio mettere il punto d’un proiettile all’essere mio. Oggi io darò per l’appunto un concerto d’addio.”
10. Poesie – Emily Dickinson
«Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano Se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido non avrò vissuto invano»
Al momento della sua morte la sorella scoprì nella camera di Emily diverse centinaia di poesie scritte su foglietti ripiegati e cuciti con ago e filo, tutti contenuti in un raccoglitore. Prima della sua morte erano stati pubblicati solo sette testi, con varie modifiche apportate dagli editori. Nel 1890 la sorella di Emily, Vinnie, e Mabel Loomis Todd (che era riuscita a farsi regalare alcuni scritti dopo molte insistenze), amica e amante del fratello Austin, riescono a ottenere la pubblicazione di un volume di poesie, primo di una lunga serie.
Dal 1924 al 1935 vengono pubblicate altre trecento poesie di Emily Dickinson, trovate dalla nipote Martha. Diverse poesie furono poi ricavate dalle lettere della Dickinson, nonché dai biglietti che ella scrisse per accompagnare i doni fatti a parenti e amici. Susan e Mabel Todd e le loro figlie si contesero a lungo l’eredità poetica di Emily.
Alcune caratteristiche delle sue opere, all’epoca ritenute inusuali, sono ora molto apprezzate dalla critica e considerate aspetti particolari e inconfondibili del suo stile. Le digressioni enfatiche, l’uso poco convenzionale delle maiuscole, le lineette telegrafiche, i ritmi salmodianti, le rime asimmetriche, le voci multiple e le elaborate metafore, occasionalmente anche criptiche, sono diventati marchi di riconoscimento per i lettori che anno dopo anno l’hanno apprezzata e tradotta.
L’opera poetica di Dickinson è incentrata sui temi della natura, dell’amore e della morte, e sulla riflessione sul senso della vita. Nell’insieme, le sue liriche racchiudono una profonda angoscia esistenziale espressa con magistrale limpidezza di linguaggio.
Gran parte della sua produzione poetica riflette e coglie non solo i piccoli momenti di vita quotidiana, ma anche i temi e le battaglie più importanti che coinvolgevano il resto della società. Per esempio, più della metà delle sue poesie fu scritta durante gli anni della guerra di secessione americana.
Spero di averti incuriosito e appassionato con questi 10 volumi, magari sono riuscita addirittura a metterli nel tuo carrello di Amazon, Feltrinelli o Libraccio.
Il mio libro di poesie
Ci tengo a ricordarti che a dicembre uscirà la mia raccolta poetica intitolata Parole Nude.
Non mi paragono lontanamente ai grandi nomi che ho appena descritto, però ti posso assicurare che in Parole Nude ci ho messo davvero il cuore.
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