Sono rientrata prima perché voglio prepararti questa sorpresa. L’idea mi è venuta da un racconto che ho letto online e adesso voglio realizzarla. Accendo tutte le candele nel soggiorno e spengo tutte le altre luci. Ho spostato il divano e messo la poltroncina coi braccioli al centro della stanza. Di fronte a lei il tavolo con tutto quello che mi serve. Avvio la musica che avevo già scelto e sorrido soddisfatta dell’atmosfera erotica che ho creato.
Mi sposto in camera da letto per preparare la cosa più importante: me. Mi spoglio e tiro fuori dall’armadio il corpetto nero coi merletti. Lo infilo e lo stringo dietro la schiena, usando il nastro che lo attraversa tutto. Poi prendo le calze e il reggicalze e me le infilo facendo attenzione a non sfilarle. Dopo aver chiuso la clip mi avvicino alla toeletta per aggiungere il collare di perline che ho comprato e che ho conservato nascosto fino ad oggi. Mi siedo e illumino la pelle del petto con cipria e brillantini, poi aggiusto il mascara sulle ciglia già nerissime e le schiocche rosse col blush. Prendo il rossetto rosso e abbondo senza riserve su entrambe le labbra. Gli orecchini si intravedono tra i capelli neri del caschetto alla Uma Thurman.
Guardo l’orologio. A momenti sarai qui. Mi alzo e prendo dall’armadio i decolleté neri, l’ultimo dettaglio della mia maschera. Li infilo e mi sposto in soggiorno dodici centimetri più alta; butto giù l’ultimo sorso di vino rimasto nel calice. Sento la chiave girare nella toppa. Tiro un respiro profondo e ti aspetto.
Quando il tuo sguardo incontra la stanza ci metti un momento a realizzare cosa sta succedendo. Prima guardi stranito il buio e le candele, poi i tuoi occhi si posano su di me e sorridi. Lasci cadere lo zaino per terra e ti togli la giacca e il cappotto con un solo movimento. Ti scivolano addosso e finiscono sul pavimento.
- Ciao -, mi dici. – Ci conosciamo? -, e fai un passo verso di me. Io mi stacco dal tavolo dove ero appoggiata e prendo un calice pieno di vino.
- Non credo. -, dico, e mi avvicino a te a passi lenti e felpati con il bicchiere tra le dita. Quando siamo a pochi centimetri di distanza tu provi a baciarmi ma io indietreggio e sorrido, porgendoti il bicchiere.
- Così presto? -, dico. – Nemmeno ci conosciamo. -. La tua mano già si è allungata sul mio fianco e indugia lì, mentre i tuoi occhi mi dicono tutto quello che stai pensando. Prendi il bicchiere dalla mia mano e lo butti giù in un sorso. Io ti guardo soddisfatta e mi riprendo il bicchiere.
- Resta qui. -, dico e vado a posarlo sul tavolo. Prendo due paia di manette argentate che tintinnano e una fascia di raso rossa che ho fatto con la stoffa avanzata di un fazzoletto da taschino.
- Siediti. -, dico, notando che la forma dei tuoi pantaloni è già cambiata. Tu fai un respiro profondo guardando le manette, poi accenni una risata e scuoti la testa, ma so che lo vuoi fare almeno quanto me.
Mi obbedisci, ti siedi sulla poltrona e appoggi le mani sui braccioli. Io mi avvicino e mi inginocchio lentamente davanti a te. Ti allargo le gambe e mi metto proprio in mezzo, mentre ti lego prima il braccio sinistro e poi quello destro. Quando ho finito tu provi a muoverti e le manette ti trattengono. Mi fai uno sguardo compiaciuto e dici: – Bene. -. Mi alzo e ti guardo negli occhi. La luce flebile delle candele non nasconde tutto il tuo desiderio. Con le dita tese mi tocchi le cosce e sento la brama che hanno di me.
Ti sorrido e dico: – Chiudi gli occhi. -, e ti metto la fascia intorno alla testa. La lego piano, facendo toccare le mie cosce nude con le tue, così che tu possa sentire ma non troppo. Ora sei cieco, mi puoi solo sentire. Come rispondendo alla mia domanda le tue cosce si stringono intorno a me, per trattenermi. Io scuoto la testa e ti divarico le gambe, facendo un passo indietro.
Vado verso il tavolo, i miei tacchi sul pavimento suonano lenti. Torno da te e, questa volta senza sfiorarti, mi abbasso fino al pavimento e ti lego i piedi a quelli della poltroncina. Tu provi a opporre resistenza, ma dura poco, ti arrendi e mi lasci fare, sorridendo soddisfatto. Quando ho finito provi a muoverti e ancora una volta mi confermi che ho fatto un buon lavoro. Ti lecchi le labbra, avido di quello che assaggeranno tra poco.
Io mi alzo e mi avvicino. Ti sbottono la camicia un bottone alla volta, lentamente, mentre l’unico rumore che sentiamo è il tuo respiro e la musica sexy che ho scelto come colonna sonora. Quando ho finito con la camicia mi chino su di te, arrivo a un centimetro dalle tue labbra e le sento schiudersi. Ti bacio, tu ricambi con la voracità di un animale intrappolato ma io continuo a leccarti piano, a baciarti a piccoli gesti: le labbra, le guance, l’inizio del collo. Sento il tuo fiato caldo che mi riempie tutta la bocca, le tue labbra umide vorrebbero trattenere le mie. Mi stringi con i denti la lingua ma io ti afferro il collo con la mano e stringo finché non mi lasci andare.
Giochiamo con le bocche e le mie mani fino a che sento che le mie labbra stanno cercando qualcos’altro e che nemmeno io resisterò a lungo. Ti voglio troppo. Ti afferro il collo con le mani e appoggiandomi a te infilo le gambe nei braccioli della sedia. Il contatto del mio corpo con il tuo, e sentirlo duro sotto di me mi fa bagnare subito. Emetto un gemito e fai uno scatto, la poltrona si sposta un po’ in avanti. Stringi i denti per la tua impotenza, ma spingo ancora di più col mio peso su di te. Senza lasciarti il collo comincio a baciarti e a muovermi avanti e indietro. Il tuo sesso si fa sempre più duro sotto di me e la mia mutandina si sposta, sento la stoffa dei tuoi pantaloni sulle mie labbra e mi lascio andare.
Ti vorrei dentro di me, ma so che devo aspettare, voglio aspettare fino a che non ce la faremo più a resistere. Mi sollevo di te, poi mi sposto le coppe del corpetto e libero il mio seno, che già scoppiava. Mi avvicino, salendo più sopra di te e ti infilo un capezzolo in bocca. Tu emetti un gemito e lo succhi come acqua. Io grido di piacere e ti lascio fare: lecchi e mordi entrambi i miei seni, mentre il mio ventre caldo preme su di te fino a sentirti in ogni parte del corpo. Le tue mani mi stringono le cosce, i miei capezzoli si alternano nella tua bocca alle mie labbra e alle mie dita.
- Toglimi la benda. -, mi dici, ma io nego. Con una mano inizio a toccarmi e mi penetro più dentro. Tu sai quello che sto facendo e il tuo respiro diventa più affannoso. Apri la bocca e io ti faccio assaggiare quello che sto toccando.
- Cos’è questo? -, ti mormoro all’orecchio.
- Paradiso. -, sussurri tu e mi chiudi le labbra intorno alle dita. – Ancora. -, dici. E io obbedisco.
Quando siamo sazi del mio sapore decido che è arrivato il momento di provare il tuo. Tolgo le gambe dai braccioli e mi inginocchio davanti a te. Ti sfilo i pantaloni e le mutande e il tuo sesso già duro si tende verso di me. Lo bacio, come prima baciavo le tue labbra. È bellissimo poterti assaggiare dopo tutto il tempo che l’ho desiderato. Mangio te e tocco me, mentre i tuoi respiri e gemiti si fanno più forti. Ti bacio il sesso, e tutto intorno. Ti mordo la pelle sotto la pancia e quella intorno al sesso, facendoti fare piccoli sussulti. Lo so che ti piace. Non puoi toccarmi altrove, le tue dita mi tengono la testa, ma non riescono a stringermela. Quando ti sento al massimo dell’eccitazione apro la bocca e aspetto che tu scoppi sopra di me, inondandomi la bocca e la faccia. Getti la testa all’indietro, il tuo corpo rilassato si abbandona alla poltrona. Con il viso ancora sporco di te, mi alzo e ti tolgo la fascia di raso dagli occhi. Tu mi sorridi soddisfatto e guardi le manette ai polsi.
- Ora tocca a te. -, dici.
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