Ti guardo spogliarti mentre so che il tuo corpo mi sta pensando, ma non può toccarmi.
Al di là di questo schermo dalla definizione perfetta, tu sai che ti sto guardando ma fai finta di no, spogliandoti in una danza erotica che mi lascia con la bocca aperta e vogliosa di te.
Sei entrata nella stanza con l’impermeabile bagnato e tutti i capelli anche. Fuori, dove sei tu diluvia, qui da me la serata è serena, ma dentro di me ho una tempesta.
Lasci cadere l’impermeabile all’ingresso. L’inquadratura del soggiorno mi fa vedere solo la porta, il divano e la parete con la tv, tutto intorno è sfocato. Guardi l’impermeabile ai tuoi piedi e poi me, cioè l’occhio della telecamera, che ti fissa, attraverso di me.
La borsa cade sull’impermeabile e tu scuoti la testa, i capelli lanciano goccioline tutto intorno. Immagino la parete schizzata di te come vorrei esserlo io. Riesco a vedere che anche il trucco è un po’ sciolto, il rossetto consumato dal pranzo.
Ti passi le mani sulla faccia e lo rovini ancora di più, in una maschera un po’ grottesca tipo Harley Queen e ancora più sexy di prima. Il rossetto è sbavato, come se ti avessi baciato a lungo. Cosa che in realtà vorrei fare con tutte le forze.
Il mascara e l’eye-liner si sono spalmati sulle palpebre e un po’ intorno. Mi ricordi Michelle Pfeiffer quando interpreta Cat woman nel film di Batman.
Fai qualche passo avanti e ti volti verso la porta di ingresso, ti abbassi a 90 gradi di fronte alla telecamera (e ai miei occhi) per sbottonarti gli stivali. Lo fai lentamente, una zip alla volta, fino in fondo, prima destra e poi sinistra.
Invece di sfilarli con le mani ti inginocchi per terra, il jeans teso e tirato verso di me, che già mi riempio. Lentamente ti siedi, alzi la coscia e tiri via la scarpa destra, poi fai lo stesso con la sinistra. A questo punto, ripetendo il movimento all’inverso, prima a 90 gradi e poi dritta, ti rialzi e cammini verso il divano.
Ti vedo mentre ti appoggi allo schienale e ti passi una mano stanca tra i capelli. La mano resta bagnata e le gocce ti scorrono tra le dita. Le lecchi tutte partendo dal mignolo fino al pollice, e tutto il tempo non togli gli occhi dalla telecamera. Ti vedo gustare l’acqua piovana come vorrei fare io con la tua acqua e il mio battito aumenta.
Sempre col tuo viso stanco da Harley abbassi la testa e ti fissi i vestiti, come se ti fossi appena resa conto di averli e che sono di troppo. Ti sfili il maglioncino e resti in camicia. Non è aderente ma vedo comunque le tue forme che mi provocano sotto di lei.
A questo punto sembri ricordarti una cosa e ti sposti. Esci dal mio campo visivo, quando torni hai in mano il telecomando che accende la tv e fa partire Spotify. Ora vedo lo sfondo rosso e la musica che avanza. Hai messo la nostra playlist erotica preferita.
Sorridi alla telecamera e io faccio lo stesso. Metto le cuffie e la avvio sul mio telefono. Ora sentiamo la stessa cosa e tu inizi a ballare. Lentamente muovi le braccia in aria, rilassata, senza dar conto al divano che ti urta o al tappeto che si arrotola sotto i tuoi piedi.
Ad un certo punto ti stendi a terra e sempre muovendo le braccia sollevi la pancia da terra, come se volessi portare il petto al cielo. Sollevi il bacino e sbottoni la camicetta. Il tuo busto ondeggia a tempo di musica e la camicia si apre, si sfila, crolla.
Ora ti tocchi la pelle nuda del busto mentre mi parli e io fremo. Il reggiseno si sposta e tu sfili le spalline. Lo lasci cadere e adesso sei nuda, stesa, di fronte a me. La musica continua, tu rotoli sul tappeto, il tuo seno che aderisce alla stoffa morbida e non alla mia pelle, che tanto ti desidera.
Ad un tratto di alzi. La canzone è finita e ne è iniziata una più lenta.
I capelli si stanno asciugando, ma quelli ancora bagnati si attaccano alla tua pelle e sembrano rami, disegnati sul tuo corpo per farti fiorire.
Dandomi le spalle afferri il jeans e lo cali fino a terra. Sei nuda. Non so se hai sfilato anche le mutandine oppure se non le avevi messe pensando a questo gioco già stamattina.
In ogni caso, vedo le tue labbra e quanto mi mancano. La musica me lo ricorda ancora. Non ti volti, ma io vorrei che lo facessi. Vorrei vederti completamente nuda di fronte a me, non solo di spalle. Ti avvicini al divano e ti lasci cadere. Ora le tue gambe aperte mi stanno di fronte, il tuo paradiso mi abbraccia gli occhi.
La tua mano raggiunge l’interno coscia e sale lentamente, accarezzandoti.
Ti accarezzi, senza penetrarti, per lunghissimi momenti. Fremi, vedo il tuo corpo fare dei piccoli spasmi mentre lo fai. Mi piace seguire le tue dita pensando che siano le mie. Adoro tutto quello che vedo, ogni centimetro di quella pelle rosata.
La mano ti tocca, ti esplora, ti cerca. Ti volti a guardarmi. Sei un po’ scomoda, così rotolata sul divano, ma non importa, ci vediamo. In un certo senso, ci guardiamo.
Quando le dita ti penetrano mi lascio sfuggire un sussulto. Ti sento godere del tuo tocco e insisto a pensare che sia il mio. Lo so che lo senti, lo so che sai che ti sto guardando e sto pensando a questo.
La tua mano insiste sempre più profonda, prima a movimenti regolari avanti e indietro, poi entrando e uscendo dalle tue labbra e alla fine entrando di nuovo in profondità.
Il tuo volto arrossato tradisce il tuo godimento, i tuoi occhi mi dicono cosa pensi.
Ad un certo punto ti volti e il tuo corpo gira lentamente seguendo il tuo sguardo. La musica ti accompagna di nuovo mentre balli davanti a me, sudata, coi capelli quasi asciutti e che adesso si agitano intorno a te mentre giri e volti. Così nuda, mi fai venire in mente un quadro. Inciampi sugli stivali abbandonati per terra e ridi. Ancora rossa di eccitazione e sudore ti stendi per terra di nuovo.
Il tuo corpo ansima, vedo il tuo petto alzarsi e abbassarsi per riprendere fiato.
E poi le tue mani iniziano a disegnarti addosso i confini, i contorni della tua bellezza. Le seguo, ansimante anche io, pensando di poter colmare tutti quei lembi di pelle col mio corpo. Ma quanto posso desiderarti?
Ti tiri al petto le ginocchia e di nuovo io vedo. Il tuo viso è nascosto ma il dipinto che ho davanti è bellissimo. La tua mano si fa spazio tra le cosce, instancabile come il mio fiato che ti rincorre.
Questa volta ti penetri subito, senza darmi il tempo di abituarmi a quella nuova posizione. Vedo il tuo corpo muoversi e godere, accompagnarti e sussultare, fino a che non tendi tutti i muscoli e vieni.
Vieni per me, che sono lontano, dietro questo schermo, ma che vengo per te nello stesso momento.
La tua mano si rilassa, le cosce cadono sul tappeto e spalanchi le braccia. Il tuo petto fa su e giù di nuovo ma questa volta sul tuo volto c’è un’espressione di beatitudine che conosco molto bene.
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