Definire libri erotici e letteratura erotica non è così semplice come potrebbe sembrare. L’argomento è così vasto che si potrebbe paragonare quasi alla “Letteratura di viaggio”, dove l’accezione della parola “viaggio” assume mille significati. Viaggio implica partenza da un luogo verso un altro, ma cosa succede se questi luoghi sono interiori e il protagonista si muove nei labirinti della sua coscienza? Pensiamo ad esempio a Mark Twain con il suo Viaggio in paradiso.
In questo articolo cercherò di consigliarvi sette libri che trattano l’erotismo senza mezzi termini e che, allo stesso tempo, non scadono nella storiella convenzionale Harmony (rispetto chi legge Harmony però non li considero letteratura erotica). Come sempre, vi suggerisco quelli che per me sono i libri migliori per approcciare al genere oppure per scoprire nuove appassionanti storie.
David Herbert Lawrence – L’amante di Lady Chatterley
“Le belle idee vengono alle classi superiori, ma i sentimenti, la vita vera, bisogna cercarla nella gente del popolo.”
L’amante di Lady Chatterley è un romanzo di David Herbert Lawrence, considerato uno tra i romanzi più famosi del XX secolo. In Italia è stato pubblicato per la prima volta nel 1928. L’opera fu immediatamente etichettata come oscena, a causa dei riferimenti espliciti di carattere sessuale e al fatto che in essa veniva descritta una relazione tra la moglie di un nobile paraplegico e il boscaiolo della loro tenuta, uomo affascinante e sexy. Il romanzo fu messo al bando in tutta Europa e, in particolare nel Regno Unito, ancora influenzato dalla morale vittoriana, fu pubblicato solo nel 1960.
Questo breve romanzo ha scosso nel profondo non solo la sensibilità di generazioni di lettori del ventesimo secolo, ma anche i pregiudizi sul piacere femminile e sulla virilità. A suscitare la disapprovazione dei benpensanti non fu la semplice descrizione degli amori della protagonista: la protagonista è il simbolo di un risveglio culturale e sociale che pervade l’Europa negli anni Venti, ed è un risveglio che non riguarda il solo universo femminile.
Lady Chatterley, eroina ribelle e rivoluzionaria suo malgrado, forse a causa delle sue esperienze giovanili che la rendono inadeguata alla vita rigorosa di una signora dell’alta società, è spinta a opporsi sia alle convenzioni imposte dalla sua posizione sociale, sia al potere maschile. Lo squallore di un distretto industriale del nord dell’Inghilterra è la molla decisiva che le fa comprendere l’avvilimento della sua esistenza e cercare una vita migliore fino a portare alle estreme conseguenze la sua storia d’amore e la sua rivolta contro la società moderna. Probabilmente, più che i riferimenti espliciti alla vita sessuale e all’atto, il problema di questo libro è stato il fatto che il protagonista fosse donna e che il piacere di cui si parlava è quello femminile.
Dopotutto, di quanti tradimenti si era già parlato nella letteratura prima del 1920 senza che nessuno si scandalizzasse?
Henry Miller – Tropico del cancro
“L’artista implicitamente si propone di rovesciare i valori costituiti, fare del caos che lo circonda un suo ordine, seminare lotta e fermento.”
Tropico del Cancro è il primo romanzo scritto da Henry Miller, pubblicato per la prima volta nel 1934 a Parigi.
Quando venne pubblicato negli Stati Uniti (l’autore è americano ma viveva in Europa) portò ad un processo per oscenità. Ovviamente questo non fece che aumentare la fama del romanzo, in cui troviamo una dettagliata descrizione del sesso, senza filtri o abbellimenti, accanto ad una prosa colta ed elaborata.
Questa capacità dell’autore di fondere erotismo e alta narrativa ha fatto sì che questo romanzo sia un punto di riferimento quando si parla di letteratura erotica e libri erotici ancora oggi.
Anche se oggi non lo definirei propriamente un libro erotico, è sicuramente un romanzo interessante da quel punto di vista. Erotismo in senso proprio non vuol dire parlare solo di sesso e prostiture (come fa Miller) ma scrivere per eccitare, e la sensualità è completamente assente nell’opera di Miller. Egli racconta, come in un diario personale, le sue vicende – per l’epoca molto disdicevoli – durante il soggiorno di dieci anni nella capitale francese.
Yasunari Kawabata – La casa delle belle addormentate
“Forse la mia solitudine sgocciolava sulle unghie della ragazza e le trasformava in tragica rugiada.”
La casa delle belle addormentate è un raffinato racconto erotico di Yasunari Kawabata (premio Nobel Letteratura 1968), incentrato sulle visite del vecchio Eguchi a un inconsueto postribolo in cui gli ospiti possono passare la notte con giovanissime donne addormentate da un narcotico. Il regolamento vieta di svegliarle, esaltando il fascino quasi magico emanato dalle fanciulle, e permette a Eguchi, attraverso una delicata rapsodia di sensazioni e di ricordi, di riappacificarsi con sé stesso in un viaggio tra i più misteriosi recessi della psiche, evocati con segni incredibilmente semplici, rarefatti e luminosi.
Come spesso succede con gli autori giapponesi, questo romanzo è circondato da un’aura tutta sua, intensa e particolare. Le parole evocano sensazioni inspiegabili, facendo sentire il lettore a proprio agio anche in situazioni “scomode” e a disagio per eventi immaginari.
Chuck Palahniuk – Gang bang
“Chi è danneggiato ama chi è danneggiato.”
Eccolo qui. Parliamo di erotismo e perversione e quindi non poteva mancare uno degli autori contemporanei più visionari e assurdi. Chuck Palahniuk, di cui ho già recensito Invisible Monsters qui, è uno dei miei scrittori preferiti. Ma prima di leggere un suo libro devo prepararmLa signora delle camelie i psicologicamente, perché già so che sarà uno shock. Maestro delle emozioni, soprattutto quelle disagevoli, questo scrittore mette il lettore di fronte ai più reconditi desideri e perversioni del suo animo, spesso denudandoci di fronte a noi stessi.
Gang Bang è un titolo che è tutto un programma. È un romanzo nudo e crudo, volgare e disgustoso e proprio per questo o lo si ama o lo si odia senza mezze misure. La trama è folle ed inevitabilmente ci tiene con gli occhi incollati alle pagine: la regina del porno Cassie Wright decide di ritirarsi dalle scene con un’ultima performance in grande stile: fare una gang bang con niente meno che 600 uomini. Fuori dalla sua porta, dove viene girato il film destinato a garantirle l’immortalità nel mondo del porno, aspettano il loro turno gli uomini che contribuiranno a realizzare il record di Cassie.
Il romanzo si focalizza su tre personaggi in attesa, il numero 600, il 72 e il 137 più la cinica Sheila, l’addetta all’accoglienza, diciamo così. Il libro è carico, ovviamente, di colpi di scena, che vanno da incesto a cianuro liquido. Un libro denso, fuori di testa, che vi farà divertire oppure schifare così tanto che non leggerete mai più niente di Palahniuk. In ogni caso è un libro da provare. E, se anche non dovesse piacervi, date un’altra possibilità allo scrittore, perché Palahniuk è una delle cose migliori che poteva capitare alla letteratura.
Alexandre Dumas figlio – La signora delle camelie
“Quelli che avevano amato Marguerite non si contavano più, e quelli che lei aveva amato non si contavano ancora.”
Si apre il sipario, siamo nella Parigi del 1847. In scena vediamo una struggente storia d’amore tra Marguerite, una prostituta d’alto livello, colta frequentatrice di teatri e salotti, e Armando, il suo più geloso e innamorato spasimante. La storia di un amore puro circondato da incontri molto meno virtuosi.
Il romanzo è narrato in prima persona; la voce narrante dichiara di voler raccontare una storia vera e toccante di cui è venuto a conoscenza in modo casuale. Inizia quindi a raccontare della sua visita ad un appartamento messo all’asta con tutti i mobili. Egli ipotizza che la ricca casa potesse essere appartenuta a una prostituta che l’aveva arredata con i molti oggetti preziosi regalati dai suoi uomini.
Intanto scopre che l’appartamento era di una certa Margherita Gautier, una mantenuta che egli conosceva per fama e che era morta da poco lasciando molti debiti. Durante la narrazione il lettore viene a conoscenza del fatto che la protagonista frequentava gli Champs-Elysées e le rappresentazioni teatrali, portandosi sempre dietro tre oggetti: l’occhialino, un sacchetto di dolci e un mazzo di camelie, che per 25 giorni al mese erano bianche e per i restanti 5 giorni rosse (così comunicava in modo discreto quando era disponibile o meno per gli incontri amorosi).
Tra Margherite e Armando c’è amore, gelosia, incomprensione e passione. La loro relazione è scandalosa, disapprovata, oscena. Una prostituta e un rampollo di alta società non possono sopravvivere a lungo insieme. Questo libro, scritto in un mese, è una delle storie d’amore più commoventi scritte da Dumas, che è diventata più volte un’opera teatrale, che purtroppo non ho ancora avuto il piacere di guardare.
Marchese de Sade – Le centoventi giornate di Sodoma
“È il momento, amico lettore, in cui devi predisporre il tuo cuore e il tuo spirito al racconto più impuro che mai sia stato fatto da che il mondo è il mondo, non reperendosi un libro simile né presso gli antichi né presso i moderni.”
Le 120 giornate di Sodoma è un romanzo incompiuto di Donatien Alphonse François de Sade, che compose nella prigione della Bastiglia nel 1785. L’opera avrebbe dovuto avere particolare importanza nella produzione di de Sade, importanza compromessa in parte dalle complesse vicende della sua redazione e pubblicazione, che ne impedirono il completamento.
La storia di come questo romanzo è stato portato alla luce è sufficiente a dare a noi lettori quasi “l’obbligo morale” di leggerlo. Ricopiato da appunti precedenti nel 1785 nella Bastiglia, dove il Marchese si trovava dall’anno precedente, il manoscritto era composto da una sola lunga pagina formata da fogli incollati insieme per permettere di arrotolarlo in modo da essere meglio nascosto.
Quando il 4 luglio 1789, dieci giorni prima dello scoppio della Rivoluzione francese, il Marchese fu trasferito dalla Bastiglia, incaricò la moglie di andare a pretendere la restituzione degli oggetti lasciati nella propria cella. Ma come egli stesso racconta, la moglie se ne ricordò proprio la mattina del 14 luglio, quando la Bastiglia venne assaltata: perderà così il prezioso manoscritto delle 120 giornate.
La storia del suo ritrovamento è davvero una di quelle che non si dimentica, e vi consiglio di andare a leggerla sulla Wiki.
Nel romanzo ci troviamo in un periodo di recessione, dove lo Stato ha perso il suo potere e quasi tutto il suo denaro. Quattro ricchissimi personaggi decidono di organizzare un’ultima costosissima, lunghissima, selvaggia orgia al limite dello scempio. Il cinquantenne duca di Blangis è un uomo del tutto privo di scrupoli: ama strangolare le donne mentre prova l’orgasmo. Suo fratello è un vescovo, ma non per questo meno scellerato nei comportamenti: ha sulla coscienza parecchie morti anche lui, persino di bambini, e disprezza l’organo genitale femminile, essendo “seguace fedele della sodomia attiva e passiva”. L’anziano presidente De Curval è alto e scheletrico, ama la violenza e la prevaricazione, e ha commesso tali nefandezze da esser stato rimosso dal suo incarico prestigioso. Ultimo viene Durcet, basso e tarchiato che pare un rospo, microdotato e del tutto impotente, con natiche e petto paffuti e rosei come una femmina.
I quattro ripugnanti nobili, in compagnia delle quattro mogli (che trattano a dir poco come schiave e non esitano a scambiarsi), di quattro perverse anziane ‘novellatrici’ che hanno il compito di raccontare spaventose nefandezze sessuali che servano da ispirazione, di altrettante laide megere, di otto stupende ragazzine e otto bellissimi ragazzini che sono stati fatti rapire da sgherri prezzolati e infine di otto nerboruti ‘fottitori’ (più un buon numero di personale di servizio) si rinchiudono nell’isolato e inaccessibile Castello del Duca di Blangis, nella Foresta Nera. Quello che succederà nel castello lo lascio al piacere della lettura di chi avrà la forza, e lo stomaco, di leggere questo libro.
Dominique Aury – Histoire d’O
Histoire d’O è un romanzo erotico dell’autrice francese Dominique Aury, pubblicato nel 1954 sotto lo pseudonimo di Pauline Réage, con la prefazione di Jean Paulhan, scrittore e critico letterario nonché membro dell’Accademia di Francia.
La scrittrice confessò solamente nel 1994, 40 anni dopo, di esserne l’autrice e di averlo fatto stampare su insistenza di Paulhan, allora suo amante e grande estimatore del Marchese de Sade, accompagnandola a lettere d’amore a lui indirizzate.
“Prima di partire, vorrei farti frustare” disse “e te lo chiedo, non te l’ordino. Accetti?” Accettò. “Ti amo” ripeté lui.”
La giovane “O” ama a tal punto il fidanzato René da accettare, come prova del suo amore, di essere portata in un castello a Roissy dove viene data in uso sessuale ad altri uomini e sperimenta pratiche erotiche di ogni tipo. Frustata, sodomizzata e sottoposta a rapporti di sesso orale e a scarificazione, è educata a comportarsi come una vera e propria schiava sessuale, ed “O” trova la sua felicità proprio in questo progressivo e totale annullamento della sua volontà individuale: essa rinuncia alla propria libertà lasciando che sia un uomo a detenerla al posto suo, come una sorta di vera e propria proprietà personale.
Tuttavia non sarà René a disporre per sempre di lei come padrone assoluto, ma sir Stephen, l’uomo che esercita una sorta di autorità morale anche su René, e che aveva imposto a quest’ultimo di rendere la sua donna una schiava perfetta, per poi infine consegnarla a lui definitivamente. “O” dovrà infine scegliere se accettare di farsi marchiare a fuoco sulle natiche, dopo che le sono già stati apposti dei piccoli anelli-piercing sulle grandi labbra.
Ve lo siete perso? Leggete il mio ultimo racconto erotico “La maga”!