Tenebre e ossa è il libro più sorprendente che ho letto nel 2022. L’ho messo al primo posto in questa classifica, quando ho tirato le somme dei libri che ho letto l’anno scorso, puoi trovare l’articolo con tutti quelli che consiglio a questo link.
Di solito non leggo fantasy, ma avevo voglia di una storia travolgente e non banale e non potevo ignorare le recensioni positive che ho visto su Instagram e Tiktok di questa trilogia di Leigh Bardugo. Tenebre e ossa (Shadow and Bone), pubblicato inizialmente in italiano col titolo Tenebre e ghiaccio, è stato pubblicato per la prima volta nel 2012, ed è il primo capitolo della trilogia fantasy ambientata nel mondo dei Grisha, seguito da Assedio e tempesta e Rovina e ascesa.
“L’uccello fa sembra facile il volare, ma è nato per farlo.”
Il romanzo è narrato in prima persona dalla protagonista, Alina Starkov, un’orfana adolescente che cresce a Ravka, un mondo fantastico ispirato dalla Russia degli zar. La sua vita cambia in maniera repentina quando sfrutta inaspettatamente un potere che non sapeva di possedere per salvare il proprio migliore amico.
I grisha si distinguono tra loro in base al potere che hanno: ci sono i guaritori, quelli che evocano il fuoco o il vento, e quelli che sanno aumentare o fermare il battito cardiaco.
Tra questi si distingue il capo dei grisha, l’Oscuro, che è in grado di dominare l’oscurità, o meglio di evocarla. Alina, appunto la protagonista, è l’opposto dell’Oscuro, in quanto evoca la luce del Sole.
Tenebre e ossa: perché mi è piaciuto
Non voglio fare spoiler quindi cercherò di dare il mio parere senza riferimenti espliciti. I personaggi del libro sono originali e ben curati. L’autrice ha saputo costruire protagonisti e co-protagonisti interessanti, con delle storie realistiche e toccanti.
Ogni personaggio subisce un cambiamento coerente con la sua personalità e attua un processo di crescita. Alla fine, ognuno capirà qualcosa, cambierà un suo comportamento o modo di essere, e questo lo poterà ad essere una persona migliore, più vicina a sé stessa.
“C’è qualcosa di più grande che disintegra imperi e fa cadere re e regine… è la fede!”
Ho apprezzato moltissimo la figura dell’antagonista, lontano dagli stereotipi e motivato da ragioni che non sono difficili da capire per il lettore. Non è la pura “malvagità”, oppure la voglia di “distruzione” a determinare i suoi comportamenti. L’antagonista di Alina agisce pensando di fare del bene, e coloro che lo seguono sono convinti che quello per cui combattono darà finalmente ai grisha una vita giusta.
Il regno dei grisha
Un’altra cosa che ho apprezzato è l’ambientazione sociale.
I grisha – molto più potenti degli esseri umani – sono temuti, ma anche disprezzati. In qualche modo viene evidenziata una forma di discriminazione sociale verso questa classe di “maghi”, che spesso subiscono umiliazioni pubbliche. In alcune regioni del regno inventato dalla Bardugo addirittura c’è una sorta di caccia alle streghe e i grisha scoperti e catturati vengono uccisi. C’è da aggiungere che essi sono mortali come gli umani. Se hanno le mani separate non riescono ad evocare il loro potere, quindi non è impossibile per una manciata di uomini ben armati catturare un grisha, seppur potente.
“C’è materia in ogni cosa, anche nell’aria o nell’ombra.”
La descrizione di un contesto sociale diverso da regno a regno e anche le relazioni di potere tra diversi stati sovrani è realistica, seppur non approfondita. La scrittrice ci dice lo stretto indispensabile a darci un contesto e capire le azioni dei protagonisti, ma non va ad approfondire le relazioni tra regni, sovrani e principi. Il lettore rimane costantemente sulle spine in attesa della prossima azione di Alina, della prossima scelta che prenderà per sconfiggere un nemico tanto più antico e potente di lei.
Qualche curiosità
Durante un’intervista rilasciata ad Entertainment Weekly, Leigh Bardugo ha spiegato perché ha scelto di rendere l’oscurità e la luce i protagonisti della sua storia. “Nella maggior parte dei fantasy, l’oscurità è metaforica; è solo un modo di parlare del male (l’oscurità cala sulla terra, un’età oscura sta arrivando, ecc.). Volevo prendere qualcosa di figurativo e renderlo letterale. Quindi la domanda è diventata: “E se l’oscurità fosse un luogo?” E se i mostri in agguato non solo fossero reali ma persino più orribili di qualsiasi cosa avremmo potuto mai immaginare sotto il letto o dietro la porta dell’armadio? E se fosse necessario combatterli sul loro territorio, essendo ciechi e indifesi nell’oscurità? Queste idee alla fine sono diventate lo Shadow Fold.“
Il mondo fantastico di Ravka è plasmato sul modello dell’impero russo dei primi anni del 1800. Alla domanda sul perché avesse scelto un’ambientazione così particolare, l’autrice ha proseguito spiegando: “Penso che ci sia un enorme potere nelle immagini che associamo alla cultura e alla storia russa, questi estremi di bellezza e brutalità che si prestano anche alla fantasia. Onestamente, per quanto mi piacciano spade e boccali di birra – e credetemi, mi piacciono davvero tanto! – volevo portare i lettori in un posto che fosse un po’ diverso. La Russia al tempo degli zar mi ha dato un punto di partenza diverso “.
La serie TV: Netflix e Tenebre e Ossa
Il romanzo è stato ripubblicato l’anno scorso proprio in vista dell’uscita della serie tv. Ho guardato la prima stagione (unica attualmente presente su Netflix) e devo ammettere che non è fatta male. Resta fedele al libro nella maggior parte dei punti salienti della trama, anche se vi si discosta in certi casi.
Non sono d’accordo con tutte le scelte fatte dal regista rispetto alle modifiche della trama originale, perché secondo me c’erano alcuni aspetti nel libro che andavano mantenuti, per l’importanza simbolica che avevano.
In particolare, il nome del personaggio dell’Oscuro. Questi assume un ruolo fondamentale nella storia. È forse il personaggio più affascinante e introspettivo che troviamo, soprattutto nei primi due libri.
Una delle sue caratteristiche principali è proprio l’assenza di un nome proprio. Si fa chiamare da tutti L’Oscuro e nessuno sa come lo abbia chiamato sua madre quando era un bambino.
“Il vero nord è casa, dove ti senti al sicuro e tu, Mal, sei sempre stato il mio nord.”
Nel libro il momento in cui Alina viene a conoscenza del suo nome è molto importante. È quasi come quando Harry scopre che Voldemort si chiamava Tom Riddle. È un passaggio che determina l’umanificazione del potere. La normalità di un uomo con sentimenti, debolezze, un’infanzia, contro il potere e l’aura che lo circondano da adulto.
Ecco, questo apparente dettaglio che non si evince dalla serie tv Tenebre e ossa io non lo avrei trascurato.
Conclusioni
Consiglio questo libro a chi ha voglia di un fantasy travolgente, con un punto di vista femminile molto accattivante. Pur essendo letteratura per ragazzi, vi sconsiglio di avere pregiudizi nei confronti di questi libri. Io trovo la scrittura delle avventure molto complessa e articolata. L’abilità necessaria a rendere un mondo fantastico coerente non è da sottovalutare e anzi, io ammiro moltissimo chi riesce a farlo con tanta maestria quanto Leigh Bardugo.
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