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Sipario – Racconto erotico

Il teatro è gremito di gente. Lo spettacolo sta per cominciare. Napoli aspetta quest’interpretazione da due anni e tutti gli appassionati sono pronti, finalmente, a godere di questa musica e di questa lirica in uno dei teatri più belli del mondo.

L’abito da sera è un po’ stretto, lo sento stringermi in vita e comprimermi il busto, il seno a malapena nascosto dal luccichio di brillantini che li copre. Il collier di perle che porto al collo è un regalo di un amante perduto, ma a mio marito ho detto che è un’eredità di famiglia. Ultimamente le bugie sono di moda tra noi ed entrambi facciamo finta di non sapere quando l’altro mente.

Ad esempio, io fingo di non riconoscere lo Chanel n°5 sulle sue camicie, profumo che io ho sempre odiato; e lui finge di non accorgersi quando a cena mi vibra il telefono dieci volte di seguito per dieci foto di “Vale Amministrazione”, una collega che non ho mai avuto.

Nel nostro palchetto (proprio accanto a quello reale dove siede il sindaco) c’è una coppia di nostri amici che conosciamo da prima del matrimonio e con cui abbiamo condiviso vacanze, Natali e baby sitter. Nei palchi alla nostra destra ci sono quasi tutti conoscenti di mio marito e poi c’è lui, Vale Amministrazione, che mi guarda impunemente senza preoccuparsi di essere notato. Ha prenotato tutti i posti del palco ed è seduto lì solo, con uno smoking e perfettamente composto; un attimo prima che le luci si abbassino e il sipario si alzi lui distoglie lo sguardo e io sorrido giusto in tempo perché mi veda.

Siamo alla fine del primo atto quando annuncio che il mal di pancia che lamento già dalla mattina sta peggiorando e che ho bisogno del bagno. Lascio mio marito e i suoi occhi preoccupati e i nostri amici ed esco.

Svolto a sinistra e percorro il corridoio fino al numero XXI. Lì sorrido al ragazzo che sta di guardia, visibilmente annoiato, e lui mi lascia passare. Non avanzo, ovviamente, ma Vale si accorge di me e si volta. Si alza e mi viene incontro, mi bacia ovunque, le mani, il viso e il collo e io mi accendo di passione proibita.

Lo spingo all’indietro e lui inciampa in una sedia, la afferra e la volta per sedersi di fronte a me dando le spalle alla scena. Mi afferra e mi bacia, mi lecca il collo e la collana di perle, la prende tra i denti e poi morde anche me. 

Trova la cerniera del corsetto che mi soffoca e la slaccia abbastanza da far eruttare il mio seno prosperoso sopra il vestito. Non resiste, si alza e mi spinge sulla parete del palco, dietro la tenda, dove inizia a succhiarmi e strizzarmi, mentre con una mano mi tiene chiusa la bocca.

Sono già scomposta e bagnata quando si stacca da me e indietreggia. Lo spingo sulla sedia e mi inginocchio di fronte a lui, il seno che si appoggia sulle sue cosce mentre gli sbottono cintura e pantaloni e lui già ha il respiro pesante.

Quando glielo tiro fuori il suo membro di appoggia tra le mie tette e io glielo sfrego in mezzo, lasciando che la mia pelle morbida e soda lo masturbi mentre i capezzoli gli puntano gli occhi, che osservano avidi la scena.

Lui sposta le mani dalle mie spalle e mi infila un dito in bocca, che io succhio. 

Passo poi al suo sesso, che prendo in bocca mentre lui inclina indietro la testa e si lascia sfuggire un gemito.

La scena sul palco è già ripresa e quando sentiamo la lirica alzare il tono, allora ci lasciamo sfuggire gemiti e parole di desiderio, troppo spinte per rischiare di farle udire ai palchi accanto. 

“Ti voglio”, mi dice mentre mi afferra per le spalle e mi costringe ad alzarmi. Io seguo i suoi movimenti, mi alzo e vedo tutto il pubblico, intravedo anche mio marito e mi scappa un sorriso. 

“Girati” mi dice Vale mentre io mi godo la libertà di avere il seno all’aria davanti a tutto il San Carlo, ignaro di quello che sto facendo.

Obbedisco e mi appoggio con le mani sulla sedia dove c’era lui prima. Vale mi afferra il vestito dallo strascico sul fondo e tira su tutti i brillantini, fino a scoprirmi il sedere.

Mi penetra così, mentre io posso guardare tutta la scena che si svolge sul palco, le persone del pubblico e anche mio marito, forse preoccupato di non vedermi tornare.

Mi trattengo i gemiti fino a che le note della cantante non si alzano tanto da coprire le mie grida e allora lì mi lascio andare, in preda al più forte senso di libertà che abbia mai provato.

Non sono sicura che non si sia sentito nulla, ma non mi interessa. Essere scopata così, da lui, durante uno spettacolo, in fuga dalla mia vita, è esattamente quello di cui avevo bisogno.

Mi viene dentro, e io sento tutto di lui espandersi dentro di me. È una sensazione che adoro e che mi porto addosso per diverse ore dopo che abbiamo fatto sesso. Vale mi bacia la schiena nuda e poi mi richiude il vestito, che nuovamente mi soffoca, come metafora della mia vita normale.
“Ti amo” mi sussurra all’orecchio. 
“Anche io” gli dico
“Ora va”, mi dice, e getta un occhio al palco di mio marito. Io sorrido e gli do una carezza, poi esco di fretta dal palco per non rischiare di trattenermi ancora.
Corro in bagno e mi rimetto apposto il trucco e i capelli. Per fortuna ci riesco abbastanza in fretta. Mi metto un po’ più cipria del dovuto e accentuo le occhiaie, così da rendere più vera la storia del mal di pancia.
Mi preparo a ritornare nel palco di mio marito e dei miei amici con un grosso respiro e un auto-incoraggiamento.
Quando rientro colgo gli sguardi preoccupati di tutti e abbozzo un sorriso di finta sofferenza.
“Scusate, sto davvero male”.
“Mi dispiace, ti sei persa una scena bellissima”, dice Giada, che mi stringe la mano.
“Che peccato, sono sicura che si ripeterà” rispondo io.
“In che senso?” chiede lei.
“Dai, non infierire, l’importante è che ora stai meglio” dice mio marito mentre riprendo posto accanto a lui.
“Molto meglio, grazie”.
E sorridiamo.

 

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Chi Sono

Claudia Neri

Ho 25 anni e amo scrivere, viaggiare, mangiare e fare capoeira. Ho studiato lingue e mi occupo di comunicazione digitale ed editing letterario. Mi piace esplorare il mondo e le persone, scoprire nuovi punti di vista e amare sempre. Questo blog è il mio passaporto per l’eternità.”

“Abbi un cuore insaziabile, affamato di vita, senza paura del dolore”

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