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Timandra – Thòdoros Kallifatidis – Recensione

TIAMNDRA

Timandra è un libro scritto da Thòdoros Kallifatidis e pubblicato da Crocetti Editore nel 2021. La protagonista dà il nome al romanzo, anche se tutta la prosa è dedicata all’uomo della sua vita e al loro amore, intenso come il sole al tramonto.

Timandra è stata un’etera e una regina. Sorella di Elena di Troia e di Clitennestra, anche per lei era stato scritto un destino doloroso e atroce. In questo libro seguiamo il filo della sua storia prima di diventare moglie e regina, quando tra le sue braccia giace l’eroe Alcibiade, un personaggio storico di grandissimo rilievo, oltre che bellissimo.
Alcibiade è stato un militare e politico ateniese. Oratore e statista di altissimo livello, fu l’ultimo membro di spicco degli Alcmeonidi, il clan aristocratico a cui apparteneva la famiglia di sua madre, poi decaduto con la fine della guerra del Peloponneso. Svolse un ruolo importante nella seconda parte di questo conflitto, come consigliere strategico, comandante militare e politico.

Durante la guerra del Peloponneso, Alcibiade cambiò più volte il proprio partito politico: nella natia Atene, dal 420 al 410 a.C. fu fautore di un’aggressiva politica estera impegnandosi nell’organizzazione della spedizione ateniese in Sicilia, ma passò dalla parte di Sparta quando i suoi oppositori politici lo accusarono del sacrilegio delle erme. A Sparta propose e supervisionò importanti campagne militari contro la sua città natale. Cacciato anche da Sparta, però, fu obbligato a rifugiarsi in Persia, dove divenne consigliere del satrapo Tissaferne finché i suoi sostenitori politici ateniesi non gli chiesero di tornare. Fu poi generale ad Atene per diversi anni, ma i suoi nemici riuscirono a farlo esiliare una seconda volta.

Fuori dal mito: Timandra e l’amore

Questa storia è narrata in prima persona da Timandra, un’etera (ovvero una sorta di antica geisha greca) che si innamora di Alcibiade da bambina e che trascorre con lui i giorni migliori della sua vita.

L’amore che li lega va oltre le cose terrene, anche oltre l’interesse che porterà il generale ateniese a sposare un’altra donna. Seppure le loro vite non siano legate da un vincolo coniugale, essi godono della parte migliore dell’amore, quella libera, che fa sì che due possano appartenersi senza mai doversi niente.

Alcibiade è ossessionato dal potere e dalla vittoria, vuole la guerra a tutti i costi e, da bravo allievo di Socrate, è un oratore eccezionale e sa farsi amare da tutti. Timandra sa di dover convivere con quest’altra amante di Alcibiade, ma ella sa anche che in ogni guerra lui combatte anche per lei.

È meraviglioso il passaggio in cui Timandra descrive il pesante scudo d’oro del suo amante, su cui c’è una meravigliosa incisione che raffigura una donna, ovvero lei stessa. Simbolico e potente, questo messaggio è delicato e dolce, raccontato nel buio della notte che precede il tragico epilogo.

Stile e scrittura

La prosa di questo romanzo è sacra e delicata come un marmo greco. Leggere questo libro è una carezza, un filo dorato che intreccia il piacere di una prosa perfetta ai fili del cuore. Ci sono delle citazioni bellissime, che vi ho già condiviso durante la lettura sulla mia pagina Instagram. Penso che ci vorrebbero più romanzi come questo, che lasciano tanta tenerezza, ma anche tanto amore e potenza erotica.

Due parole sull’autore Thòdoros Kallifatidis

Thòdoros Kallifatidis è nato in Laconia, in Grecia, nel 1938. Trasferitosi ad Atene nel 1956, dopo il ginnasio studia teatro con il regista Kàrolos Koun. Nel 1964 emigra in Svezia, dove vive tuttora e si è affermato come uno dei maggiori scrittori. Ha studiato filosofia all’Università di Stoccolma, dove più tardi ha insegnato. Per quattro anni ha diretto la rivista letteraria “Bonniers Letterära Magasin”. Ha pubblicato diverse raccolte di poesia, libri di viaggio, saggi, opere teatrali e undici romanzi, tra cui Timandra, il suo capolavoro, che ha vinto un importante e prestigioso premio dell’Accademia Svedese. “La libertà per me è sempre stata qualcosa che mi sono lasciato alle spalle. Prima ho abbandonato il mio villaggio, poi la mia città, poi il mio Paese, poi la mia lingua. Con Timandra ho abbandonato il genere maschile,” ha affermato. “Quando Thòdoros Kallifatidis sceglie la via della libertà sacrifica perfino l’archetipo del genere maschile,” ha scritto di lui il critico svedese Karl Eric Balud sulla rivista “Svenska Tag Bladed”. “La scrittura di Kallifatidis è bella come i meriggi del suo Paese.”

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Chi Sono

Claudia Neri

Ho 25 anni e amo scrivere, viaggiare, mangiare e fare capoeira. Ho studiato lingue e mi occupo di comunicazione digitale ed editing letterario. Mi piace esplorare il mondo e le persone, scoprire nuovi punti di vista e amare sempre. Questo blog è il mio passaporto per l’eternità.”

“Abbi un cuore insaziabile, affamato di vita, senza paura del dolore”

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