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Luci spente- Racconto erotico

Giada, mi arriva un suo messaggio alle 11:45: “Sei sveglia?”. Rispondo di sì, e mi avvio verso la finestra della camera da letto, sposto le tende e la vedo, dall’altro lato del palazzo.
Giada mi saluta con la mano, indossa ancora la divisa da lavoro, tailleur grigio smorto con una camicetta bianca, capelli legati strettissimi, sorriso finto per gli altri, quello vero per me.

Mia madre mi dà la buonanotte e si chiude in camera, tutte le luci a casa mia sono spente. Accendo la lampada sulla scrivania accanto alla finestra e appoggio una mano sul vetro.
Lei mi guarda, a casa sua la finestra è molto più grande, e tiene tutte le luci accese. La vedo digitare qualcosa, pochi secondi mi arriva un suo messaggio. “La togli quell’accappatoio o no?”. La guardo e lentamente sciolgo la corda che ho in vita, tolgo il cappuccio bianco, lascio scivolare il telo morbido da sopra le spalle. Lei appoggia tutte e due le mani sul vetro e ci stampa un bacio.

Mi avvicino anche io alla finestra, il bordo freddo che mi tocca le cosce mi fa rabbrividire, appoggio le mie labbra tremanti sul vetro e subito si crea l’alone del mio fiato. Ci stampo un bacio anche io.
Giada, a un cortile di distanza, così vicina eppure così lontana, si scioglie i capelli bruni. Le ricadono sulle spalle un po’ scombinati. Slaccia la zip laterale della gonna e la tira giù. Quella si blocca un poco sui fianchi ma poi le scorre lungo le cosce bianche, carnose, che vorrei mordere solo Dio sa come.
Mi fissa e io mi accorgo che l’alone del mio fiato mi sta appannando la vista, pulisco il vetro con la mano e la guardo. Non mi ero accorta che l’altra mia mano mi sta sfiorando… la mia peluria bionda irta per il freddo e l’eccitazione, Giada che si gode i miei gesti senza muoversi.
Mentre mi tocco apro la bocca, bacio il vetro, chiudo gli occhi, immaginando che sia la sua bocca. Le mie dita mi penetrano e penso che siano le sue, le stesse che hanno sbottonato la gonna che mi fanno eccitare e si eccitano con me.

Quando apro gli occhi vedo Giada che mi guarda, mentre la sua mano è scesa tra le cosce. Indossa delle mutandine chiare, semplici. Si volta di spalle e vedo il suo sedere grosso e sodo che si appoggia al vetro. Quanto è bello, come due cerchi perfetti, da lontano sembra una pesca, arrossato e tondo. Vorrei che le impronte che lascerà su quel vetro fossero sulla mia faccia, vorrei che mi soffocasse con quelle natiche fino a farmi svenire, emetto un gemito, chiudo gli occhi. Ricevo un messaggio. “Dimmi cosa vuoi che faccia”.

Esito, non so che cosa dirle. Vorrei che venissi qui, ma so che non può. Cosa direbbe mia madre? Io solo un’adolescente e lei… e suo marito, che la lascia sola, così che io possa goderne… Alzo lo sguardo, mi dà ancora le spalle. Le rispondo “Abbassati in avanti e spogliati”.
Pochi secondi e la vedo piegarsi, tutte le sue linee e le sue curve spalmate sul vetro, riconosco le sue labbra morbide prima che le scopra. Le mutandine scendono lente lungo le ginocchia e poi i piedi… le mie dita mi penetrano mentre penso a come dev’essere penetrare lei. La vedo mentre avvicina le mani alle sue labbra, la sento gemere mentre si tocca, mi sento gemere mentre vorrei toccarla.
Sono così calda e bagnata che non riesco a controllarmi, vorrei che lei potesse vedere da vicino l’effetto che mi fa. Invece Giada si alza, nuda ma ancora con la camicetta stropicciata. Se la toglie, quasi se la strappa di dosso e mi mette così davanti ai suoi seni nudi, sodi anche loro, pieni di tutta quella carne che vorrei succhiare. Arrossisco per i miei stessi pensieri, ma non mi fermo, le mie dita che ancora la cercano dentro di me. Emetto un gemito, spero che nessuno mi senta. Mi volto verso l’interno della mia stanza, presa dal panico.

Da casa mia nessun rumore. Quando guardo la finestra di Giada lei sta ruotando la poltrona per sedarcisi sopra. Allarga le gambe sui braccioli, la testa affondata nello schienale, la bocca spalancata mentre si tocca e mi pensa. Giada mia… quanto vorrei poterti succhiare tra le mie braccia. Avvicino la bocca al vetro, lo bacio, lo lecco, fingo di morderlo, lei dall’altro lato si contorce e geme sempre di più. Non la posso sentire, ma riesco a immaginare i suoi suoni, il respiro affannoso, il rumore che fa…

Mi sento la mano bagnata e i capezzoli turgidi tutto in un momento, come se mi fossi appena svegliata da un sogno. Non è così l’orgasmo? La sensazione di essere stata assopita fino a quel momento e improvvisamente risvegliata, con tutti i sensi vigili.
Appoggio una mano al vetro, la mano è bagnata e gocciola. Giada mi sta guardando, le gambe ancora spalancate davanti a me e i capelli più disordinati di prima… cosa pensi, così immobile? Inizia a massaggiarsi piano le cosce, i miei occhi sono incollati alla finestra e di nuovo il vapore mi copre la vista. Quando lo spazzo via il mio liquido ci rimane sopra. Giada scrive un messaggio: “Vorrei leccarlo io.”. E invece lo faccio io al posto suo, coprendo il vetro di saliva e assaporando l’amaro di me, fatto da lei.
“Dimmi cosa vuoi che faccia” mi scrive di nuovo. E io di nuovo penso “Vieni qui e scopami”, questa volta glielo scrivo e la guardo sorridere mentre legge. Anche io sorrido.
All’improvviso la guardo voltarsi, quando ritorna a guardarmi ha gli occhi spaventati e mi fa cenno con la mano di scomparire, si abbassa e raccoglie i vestiti, sposta la poltrona com’era prima. Io spengo la luce sulla scrivania e continuo a guardarla, il cuore in gola. Le farà del male?

Il marito di Giada entra in soggiorno tranquillo e la guarda, nuda, mentre si toglie la giacca e la fa cadere sul divano… lo vedo andare incontro alla moglie voluttuoso, pensa che lei lo abbia fatto per lui? Giada prova a spingerlo verso dentro la casa ma lui la respinge, la forza ad avvicinarsi alla finestra.

Che effetto mi fa vederla tra le sue braccia? Non lo so, mi sento impotente, ma sono eccitata. Adesso lei è appoggiata alla poltrona che prima mi faceva da cavalletto per l’opera d’arte tra le sue cosce. Vedo le mani di suo marito decise e violente su di lei. Vedo i baci di lui sul collo, sul seno e poi lo vedo abbassarsi davanti a lei e aprirle le cosce. Non posso vedere quello che succede ma Giada si volta verso la finestra, giusto il tanto da sapere che posso guardarla negli occhi, anche se lei non mi vede.
Geme, anche adesso, anche con lui. Sono gelosa, ma non riesco a farne a meno, la mia mano mi tocca di nuovo tra le cosce, infilo le dita dentro e le muovo piano, vado al ritmo della sua testa e delle sue labbra sulla lingua di suo marito. Quando la testa di lui raggiunge quella di Giada mi sento strana. Sono più gelosa dei suoi baci che del suo sesso. Lui la spinge verso il vetro, vedo lei che si dimena e ride, gli dice qualcosa, forse per tentare di dissuaderlo, ma lui ride, è contento. Forse lo eccita che qualcuno li veda scopare. Io mi attacco al vetro, pronta a godermi ogni secondo di quell’adulterio, di quella normalità che non mi apparterrà mai.

 


Vedo Giada che mi guarda, lei sa che la sto guardando. I suoi occhi sono dispiaciuti, imbarazzati forse? Suo marito la sbatte nel vetro ripetutamente, i seni si schiacciano e poi si gonfiano di nuovo ripetutamente. Vedo lui nemmeno svestito che gode con la testa tra i suoi capelli. Giada chiude gli occhi e un attimo dopo smette di muoversi contro il vetro, le impronte delle sue mani schiacciate verso di me, i suoi occhi che mi cercano. Pensa che io me ne sia andata? Mi sfilo le dita da dentro e di nuovo ho quella sensazione di risvegliarmi, mi allontano dalla finestra e accendo la luce. Loro non mi vedono, ma adesso lei sa che ho visto tutto.

 

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Chi Sono

Claudia Neri

Ho 25 anni e amo scrivere, viaggiare, mangiare e fare capoeira. Ho studiato lingue e mi occupo di comunicazione digitale ed editing letterario. Mi piace esplorare il mondo e le persone, scoprire nuovi punti di vista e amare sempre. Questo blog è il mio passaporto per l’eternità.”

“Abbi un cuore insaziabile, affamato di vita, senza paura del dolore”

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