Un giorno questo dolore ti sarà utile è un romanzo di formazione del 2007 scritto da Peter Cameron. Il romanzo è raccontato in prima persona dal protagonista, James Sveck, che racconta al lettore la sua vita, incluse le ragioni che lo hanno portato a diventare un “disadattato”. Non stupisce che il protagonista sia stato più volte paragnato a Holden Caulfield de Il giovane Holden, libro che ho recensito qui. Un altro romanzo che sento di paragonare a questo è Il lamento di Portnoy, dove il protagonista porta il suo disagio alle streme conseguenze.
I due protagonisti hanno molti punti in comune, tra cui il disadattamento sociale, l’indoddisfazione giovanile, e una generale inolleranza nei confronti delle norme sociali.
La trama
La trama – anche in questo romanzo – è molto semplice. James Sveck ha diciotto anni, non ha amici e lavora nella galleria d’arte della madre. Il lavoro estivo lo annoia, non ci sono molti clienti e l’unica persona con cui James può conversare è il collaboratore di sua madre, John. Costui, omosessuale e assiduo frequentatore di un sito di incontri, affascina molto il ragazzo e lo incuriosisce.
James non ha un grande rispetto di sua madre, che da canto suo è un donna inconvenzionale. Con due matrimoni falliti alle spalle, durante il romanzo sta affrontando il terzo e la vedremo protagonista di una fin troppo breve luna di miele a Las Vegas.
Gillian è la sorella di James ma i due non hanno un rapporto molto stretto. L’unica persona con cui James ami davvero conversare è sua nonna Nanette. Lei lo ama incondizionatamente e lo capisce, forse anche più di quanto James capisca se stesso.
Spesso mi vengono dei gran malumori e ogni cosa che vedo o che penso mi deprime.
Sembra che tutto provi che il mondo è un posto di merda e non fa che peggiorare.
Durante il corso della storia James sarà indotto dai genitori a frequentare una psicologa, dai dialoghi con la quale noi apprendiamo le storie di Jamers, spesso flashback appena accennati all’inizio. Questi salti indietro nel tempo ci permettono di capire e approfondire la personalità di un adolescente depresso, che però è complesso inquadrare in una definzione precisa.
“Una minuscola alterazione del DNA, qualcosa di impercettibilmente diverso che lo divide in modo irrevocabile dagli altri”
Vivere: Un giorno questo dolore ti sarà utile
L’intento dell’autore – secondo me – è proprio quello di lasciare apetre diverse strade, senza etichettare troppo un protagonista che, per molti aspetti, non è diverso da noi. I pensieri depressivi di James sono profondi e condivisibili.
Dall’inizio del libro questi – eccellente studente – si scontrerà con i genitori perché non vuole andare alla prestigiosa università dove loro si aspettano che vada. E’ convinto che sia una perdita di tempo, che odierà gli altri studenti e che non apprenderà nulla di nuovo rispetto a ciò che può leggere da solo in biblioteca.
Quello che mi ha colpito è che è solo a partire da questa sua risoluzione (accanto a quella di comprare una casa nel Midwest) che i genitori decidono di intervenire, affiancandogli una psicologa e cercando di scoprire “il motivo” di un’azione così drastica e folle.
Ancora una volta, l’unica a capirlo, è nonna Nanette.
A volte le brutte esperienze aiutano, servono a chiarire che cosa dobbiamo fare davvero.
Io penso che le persone che fanno solo belle esperienze non sono molto interessanti.
Possono essere appagate,e magari a modo loro anche felici,ma non sono molto profonde.
James è intelligente, osserva con attenzione il mondo e ragiona sui motivi per cui le cose sono come sono e alcuni eventi susseguono ad altri. Fa fatica però a condividere questi pensieri con i suoi coetanei o la sua famiglia, ritenendoli troppo stupidi per capire. I genitori non sono modelli validi, sua sorella è una ragazza presa da tutt’altro e i suoi coetanei hanno solo passatempi banali e troppo infantili che James non capisce.
Sta così bene da solo da non trovare alcun motivo per condividere i suoi pensieri, per cercare la compagnia altrui. La sua solitudine affonda le radici nella sua infanzia, quando sua madre, di fronte a un suo comportamento stupido, diceva: “Lascialo perdere, vuole solo attenzioni!”, come se questo non fosse normale e dovuto a un bambino.
Lo stile
Un giorno questo dolore ti sarà utile è tagliente, ironico. I dialoghi sferzano la superficie e sono fini e intelligenti. La scrittura non è sempre scorrevole, ci sono alcuni tratti in cui il ritmo rallenta; ma dura poco, accade qualcosa e l’attenzione torna alta, James ha qualcosa da raccontarci e noi stiamo a sentire.
Conclusioni
I dubbi adolescenziali, la ribellione, la voglia di dare un senso alla vita e a se stessi possono sembrare temi scontati, però mi piace come Cameron li ha trattati. Mi piacerebbe trovare il punto di vista femminile del giovane Holden, di Portnoy e di James. Finora ho letto di tre ragazzi, che vivono senza integrarsi con la società e non si rispecchiano nei suoi valori. Pertanto, compiono azioni stupide e apparentemente sconsiderate, che suscitano rabbia o disappunto nei propri genitori. Sarebbe interessante scoprire la controparte femminile e le reazioni di genitori, amici eccetera se fossero delle donne a vivere tale disadattamento sociale.
Consiglio questo libro, però non leggetelo se state cercando qualcosa che vi metta di buonumore o una lettura leggera: Un giorno questo dolore ti sarà utile ha parecchi lati bui e ci sono tristezze non sempre educative. (vedi Il giovane Holden recensito qui ad esempio).
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